Commercio: Confesercenti, la Pasqua traina le vendite alimentari, restano deboli i beni non alimentari. Ed i negozi sono ancora in affanno

Prossimi mesi chiariranno se è segnale di ripresa da consolidare o solo una crescita ‘una tantum’ per l’effetto della festività


Il commercio torna a crescere grazie al traino della Pasqua. Secondo i dati Istat, ad aprile 2025 le vendite al dettaglio registrano un aumento tendenziale del +3,7 % in valore e del +1,9 % in volume, rispetto ad aprile 2024.

Una parte di questa crescita, però, è ascrivibile all’effetto calendario: quest’anno la festività è stata ad aprile, mentre nel 2024 era caduta il 31 marzo. Nel comparto alimentare, gli acquisti legati alle celebrazioni pasquali hanno spinto le vendite a un +8,6 % in valore e a un +5,4 % in volume, mentre il settore non alimentare rimane in flessione, con una variazione tendenziale del –0,4 % in valore e del –0,8 % in volume.

Così Confesercenti in una nota.

Nonostante la crescita complessiva registrata nel mese, però, i piccoli negozi sono ancora in affanno. E se la grande distribuzione registra un +6,8 % in valore su base annua, le piccole superfici ottengono invece un incremento limitato al +0,9 % in valore, a dimostrazione delle difficoltà che i negozi di vicinato continuano ad affrontare.

Dopo il rimbalzo post-pandemico, che nel 2021 è stato particolarmente significativo proprio per i piccoli esercizi, tanto da far parlare di “nuova primavera” per i negozi di vicinato, in realtà, col senno di poi, si è trattato di un fuoco fatuo: dal 2022 registrano solo variazioni negative in volume e complessivamente hanno perso, ad oggi, secondo le nostre stime, oltre il 10% di volumi di vendita. Un dato oramai non solo allarmante, ma purtroppo anche strutturale.

Sul fronte dei canali alternativi, il commercio elettronico subisce un calo del –0,7 % in valore, mentre le vendite al di fuori dei luoghi fisici (mercati, vendite porta a porta, ecc.) segnano un –0,1 % in valore.

L’effetto Pasqua ha fatto concentrare gli acquisti sull’alimentare, comprimendo temporaneamente le vendite negli altri canali. I prossimi mesi ci diranno se è stata una crescita una tantum, un segnale di ripresa da consolidare o solo l’effetto della festività.

Anche perché sul fronte delle vendite non alimentari le famiglie continuano a mostrarsi più che prudenti, con impatti particolarmente gravi sui comparti più vulnerabili.

Servono misure generali di sostegno al reddito delle famiglie e alle attività di vicinato, con formazione e incentivi fiscali per rafforzare la rete dei negozi di prossimità, indispensabile per garantire ai residenti l’accesso ai servizi locali.

 

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